Oggi al martedì del Design ti parlo di:

Poltrona Seggiovia

 

La stagione degli sport invernali è iniziata e perchè non festeggiarla con un’icona del Design, firmata da Franco Albini nel 1940, che riprende proprio l’estetica delle strutture usate sugli impianti sciistici?

Ecco a Voi La poltrona “Seggiovia” disegnata dall’architetto e designer per la VII Triennale di Milano, aperta nel 1940 a guerra ormai cominciata, Albini progetta la Stanza di soggiorno in una villa, un ambiente quasi surreale in cui gli elementi compositivi sono sospesi in un’atmosfera magica. Uno spazio “impressionista” in cui costante è il richiamo alla natura: un albero, il cielo dipinto sulla parete di sfondo, una voliera per uccelli e addirittura un prato fiorito come pavimento, protetto da lastre di cristallo temperato.

Per questa stanza Albini disegna alcuni arredi emblematici tra cui le sedute ad altalena “Seggiovia” sospese al soffitto e rivestite con tessuto a righe bianche e azzurre ed i primi prototipi della celebre poltrona Fiorenza, prodotta negli anni ‘50.

Nel 2016 la nuova collezione Kvadrat / Raf Simons, lanciata a Berlino nella Galerie Thomas Schulte, parla  con il linguaggio dei Modernisti e si esprime con tessuti a righe dall’audacia grafica. Per l’occasione la Fondazione Franco Albini ha concesso a Kvadrat di riprodurre la rara Poltrona Seggiovia del 1940 e di rivestire con i nuovi tessuti questo emblema del design firmato Albini.

Il tema di questa nuova collezione di tessuti è a righe, e anche in questa occasione Raf Simons attinge dal mondo della musica lasciando che a determinare l’alternanza degli spessori e dei colori sia proprio il riflesso del ritmo e dell’armonia.

La poltrona, richiama la struttura delle sedute degli impianti di risalita di quegli anni e viene rivisitata da Albini per un ambiente domestico moderno e all’avanguardia per l’epoca in cui era stata progettata. Con una seduta imbottita rivestita in tessuto a righe, la poltrona è sorretta con una struttura in metallo ed un braccio di forma curvata che, fissato a soffitto, la lascia sospesa richiamando il senso di vuoto e di libertà che si prova risalendo le piste da sci ammirando il panorama sottostante.

 

 

                        

 

Franco Albini:

Franco Albini è stato un architetto, urbanista, designer e accademico italiano, uno dei più importanti e rigorosi architetti italiani del XX secolo, aderente al razionalismo italiano, riconosciuto internazionalmente attraverso un’ampia pubblicistica delle sue opere.

Figlio di un ingegnere, nel 1929 si laureò in Architettura al Politecnico di Milano, compiendo viaggi in Europa che gli permisero di conoscere personalmente personalità quali Le Corbusier e Ludwig Mies van der Rohe. Nel 1931 iniziò una propria attività professionale con studio associato con gli architetti Giancarlo Palanti e Renato Camus, realizzando nei primi anni principalmente progetti di mobili d’arredamento. Entrò presto in contatto con l’ambiente di Casabella , che in quegli anni ebbe il ruolo di vero crogiolo dell’architettura del Razionalismo italiano.

Nel 1936 ebbe il primo incarico di rilievo progettando il quartiere Fabio Filzi a Milano. Alla fine degli anni trenta prese parte ad alcuni importanti gruppi progettuali quali il piano urbanistico Milano Verde e ad alcuni importanti concorsi per l’EUR.

Nel 1945 fu tra i fondatori di Movimento Studi Architettura, un importante momento di rinascita culturale e per poco tempo fu direttore della rivista Costruzioni Casabella. In detti anni firmò i piani regolatori di Milano e Reggio Emilia (oltre ad alcuni piani particolareggiati a Genova). Nel 1952 entrò a far parte dello studio Franca Helg, architetto con cui Albini condivise i successivi progetti.

Nei primi anni cinquanta ebbe i primi incarichi che ottennero ampio riscontro di critica. La sistemazione delle Gallerie comunali di Palazzo Bianco a Genova fu uno dei primi musei realizzati all’interno di una struttura storica e impostato secondo i principi del Movimento Moderno, realizzato con interventi in netto contrasto con l’edificio preesistente, ma che rappresentano comunque un “felice inserimento”. Questo progetto inaugura una serie di progetti, di cui quattro a Genova, che renderanno Albini un maestro della museografia. Ma Albini si distinse anche in altri progetti importanti come l’edificio per uffici Ina a Parma (1950-54), e gli Uffici Comunali, sempre a Genova (1950-63), che si confrontano con la città storica in modo inedito.

 

Nei primi anni ’60 entrano nello studio le altre due presenze importanti di Antonio Piva (nel 1962) e del figlio Marco Albini (nel 1965), che assieme a Franca Helg costituiranno un gruppo che porterà a termine numerosi progetti di Albini anche dopo la sua morte. Successivamente l’architetto ebbe numerosi incarichi, tra questi la sede della Rinascente a Roma (1957-61) e la stazione della linea 1 della Metropolitana Milanese, inaugurata il primo novembre 1964. Vanno anche ricordati i numerosi e magistrali allestimenti di mostre.

Albini affiancò all’attività di architetto quella di designer, soprattutto di elementi d’arredo, per tutta la carriera.

Alcuni mobili, quali la sperimentale libreria in tensostruttura del 1938, lo pongono come grande innovatore in questo campo. Alcuni degli oggetti progettati da Albini, mobili e altri oggetti, tra cui alcune famose maniglie, sono ancora in produzione e sono venduti in tutto il mondo: fra questi vi è la poltrona Fiorenza, disegnata nel 1952 per Arflex utilizzando materiali allora innovativi per il settore del mobile.

Già nel 1936, aveva dato alle stampe il volumetto La Gommapiuma Pirelli alla VI Triennale, in cui illustrava le applicazioni innovative di questo materiale nell’industria del mobile, portando, come esempi, le realizzazioni di sedute proposte in diversi spazi espositivi della VI Triennale di Milano, disegnate da lui stesso, e da vari architetti, tra cui Giulio Minoletti, Gio Ponti, Piero Bottoni.